“Lo studio continuo è fondamentale per un attore e non intendo solo quello accademico, pure importante, ma la pratica continua di tutte le espressioni artistiche, anche se non direttamente legate al mestiere o ai ruoli. La completezza e la versatilità mi paiono fondamentali specialmente oggi, ma soprattutto la vita reale e vissuta, il dialogo con tutti e tutto. Continuo a pensare che quello dell’attore sia il lavoro più bello che esista, senza interpreti delle nostre possibili vite saremmo tutti orfani, ma è anche un lavoro che mette a nudo e chiede continua esposizione, il che espone ad alto rischio di fragilità emotiva. Far funzionare insieme, in modo virtuoso, il trasporto dell’ego e la solitudine dello studio, mi pare il segreto e il valore aggiunto dei grandi protagonisti. Per tutti, non solo per gli attori, ma specialmente per loro, vale la regola di saper dire “no” ai progetti che non corrispondono al proprio percorso. Oggi, più di un tempo, è possibile alternare con intelligenza i percorsi tra cinema, serie TV, teatro e dunque l’orizzonte è più aperto”.
Volete saperne di più sul Comitato Scientifico di OffiCine? Andate a leggere chi siamo!